La Regione Toscana prende una posizione molto chiara sul tema della transizione ecologica e sulle auto elettriche e lo fa nientemeno che con l’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. La Regione Toscana boccia le auto elettriche: “Elitarie e non così pulite”. Questo accadeva il 22/08/2022, dopo nemmeno 10 giorni arriva la smentita sulla questione auto elettriche.
Dal sito Arpat la dichiarazione sulle auto elettriche del 22 agosto:
“Nelle fasi produttive dei veicoli elettrici l’energia necessaria proviene ancora per la maggiore da fonti non rinnovabili, mantenendo ancora alte le emissioni di anidride carbonica”. Dopo aver considerato il divieto di vendita delle auto con motore termico voluto dall’Europa per il 2035 “una norma che avrà enormi conseguenze sugli assetti sociali ed occupazionali dei distretti produttivi, conseguenze che avranno risvolti sia sulle scelte energetiche dei Paesi che sugli assetti geopolitici e strategici per accaparrarsi il controllo delle aree geografiche da cui provengono le materie prime necessarie”.
Il precedente. L’affermazione decisa, è relativa al fatto che per l’Arpat Toscana:
“Il passaggio all’elettrico non implicherà sostanziali miglioramenti ambientali”, come la stessa Agenzia aveva argomentato con un testo pubblicato già nel febbraio scorso nel quale veniva sottolineato come, nel calcolo delle emissioni di un veicolo, si dovesse tener conto del suo intero ciclo di vita, e non solo di quelle allo scarico, con particolarmente riferimento all’energia utilizzata per la sua produzione e per il riciclo delle batterie, in percentuale solo ridotta proveniente da fonti rinnovabili. “Adottando il criterio dal pozzo alla ruota”, scrive l’Arpat, “si scopre che le auto a corrente non sono poi così pulite come si potrebbe pensare: è infatti noto che più le batterie che le alimentano sono grandi, più elevata è la loro impronta carbonica”.
L’Agenzia evidenzia come report autorevoli (in particolare quelli della Goldman Sachs) indichino quanto la produzione degli accumulatori sia concentrata oggi in Paesi come la Cina, la Corea del Sud e il Giappone, che basano il proprio mix energetico sui combustibili fossili. Per questo, sarebbe necessaria una tassazione dei beni in ingresso in Europa che tenesse conto della loro reale impronta carbonica, accompagnata da un protocollo riferito al life cycle assessment, cioè alle emissioni dell’intero ciclo di vita del veicolo.
Successivamente dopo appena 10 giorni, arriva la smentita sullo stesso sito dichiarando il contrario sulle auto elettriche:
Le auto elettriche aiutano a cambiare prospettiva: hanno efficienza energetica elevata, riducono i costi e abbattono le emissioni di CO₂. Con la normativa europea sul clima, nel quadro del Green Deal europeo, l’UE si è posta l’obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050. Come passo intermedio verso la neutralità climatica, l’UE ha innalzato la sua ambizione in materia di clima per il 2030, impegnandosi a ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. II cosiddetto pacchetto Fit for 55% , si sostanzia in un insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell’UE e ad attuare nuove iniziative, al fine di garantire che le politiche dell’UE siano in linea con gli obiettivi climatici concordati dal Consiglio e dal Parlamento europeo. Il pacchetto di proposte mira a fornire un quadro coerente ed equilibrato per il raggiungimento degli obiettivi climatici dell’UE, in grado di garantire una transizione giusta e socialmente equa oltre che mantenere e rafforzare l’innovazione e la competitività dell’industria dell’UE.
Dal sito dell’Arpat la dichiarazione del 1 settembre:
Nell’articolo “Dal 2035 solo motori elettrici o idrogeno” abbiamo dato sommariamente conto degli effetti della decisione della Commissione europea relativa al “Piano dell’UE per una transizione verde”, che impongono utili precisazioni, pur avendo l’Agenzia, nel corso degli anni, privilegiato l’accento sulle opportunità della mobilità elettrica .
La decisione dell’Unione europea di fissare il 2035 come obiettivo chiaro e misurabile per uscire dall’era del motore endotermico, non è una scelta ideologica incurante dei rischi, ma una visione proattiva che richiede, tra l’altro, riconversione di processi esistenti e lo sviluppo di nuove filiere di recupero e riciclo delle componenti dei veicoli elettrici e un cambiamento di paradigma che inciderà sui comportamenti individuali e collettivi. La sfida, climatica, richiede di superare il motore a scoppio in favore della tecnologia più efficiente e pulita disponibile: il motore elettrico. Un cambiamento che va adottato in maniera graduale e senza indugi. Ma questo percorso deve andare di pari passo con il cambiamento radicale dell’insieme di fonti energetiche utilizzate per la produzione di energia elettrica verso energie pulite e rinnovabili. Questa è la vera sfida che dovrà portare seriamente ad avere effetti sulla produzione di gas serra e conseguentemente sul cambiamento climatico. Questa sfida è stata accolta dall’UE – come si evince dal piano dell’UE per una transizione verde, ma purtroppo si è scontrata con l’attualità della crisi del gas, che ha portato ad un passo indietro fino alla produzione di energia elettrica, mediante combustione di carbon fossile.
È evidente che sarebbe sbagliato credere che non vi siano rischi, ma questo non deve far perdere di vista l’obiettivo definito a livello europeo. L’Agenzia toscana ha già da tempo avviato questo percorso, con un investimento significativo, e ha dato adeguata informazione sulla scelta adottata in materia di mobilità sostenibile . Su questo piano, grazie all’adesione alla Convezione della centrale acquisti CONSIP, ARPAT si è dotata di 11 auto elettriche, destinate ad ognuna delle sedi provinciali, che potranno essere ricaricate grazie alla recente installazione di colonnine/wall-box per la ricarica delle medesime, presso i Dipartimenti provinciali. Le auto elettriche sono finalizzate agli spostamenti nell’ambito delle aree urbane ed in particolare a quelle aree che presentano criticità per l’inquinamento atmosferico.
Inoltre, è in fase di progettazione un’indagine che l’Agenzia intende avviare tra il proprio personale, al fine di comprendere in quale misura, l’installazione di ulteriori colonnine per la ricarica di mezzi privati, possa incentivare la modalità a trazione elettrica per gli spostamenti casa-lavoro.
In conclusione Gianluca Pellegrini di Quattroruote nota l’incongruenza delle dichiarazioni dell’Arpat sulle auto elettriche:
“Qualche giorno fa, commentando le sorprendenti critiche dell’agenzia regionale sulla transizione, mi ero stupito non tanto delle tesi esposte – che sono anche le mie – quanto della decisione di una struttura pubblica impegnata nella tutela ambientale di dare risalto al proprio disincanto verso una rivoluzione mal disegnata. Oggi Arpat Toscana ha pubblicato una news in cui sostiene l’esatto contrario di quanto scritto qualche giorno prima, a partire dal lirico sommario: “I motori elettrici aiutano a cambiare prospettiva: hanno efficienza energetica elevata, riducono i costi e abbattono le emissioni di CO₂”. Qualcuno si dev’essere lamentato – siamo in campagna elettorale e sappiamo chi sta puntando sul tema sostenibilità – ed ecco sfornata la grottesca retromarcia. Comprendo, eh. Ma che imbarazzo. (fonte Linkedin)
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