Secondo i dati emersi dall’ultima analisi congiunta di Adusbef e Federconsumatori, il 6,5% dello stipendio netto annuale degli italiani è speso per la polizza Rc Auto: un disastro, se confrontato con l’incidenza media dei nostri vicini europei (per i “cugini” spagnoli l’Rc Auto incide per il 3%, in Francia e Irlanda il 2,9%, in Germania il 2,8% e il 2,2% per gli abitanti oltremanica). Nonostante la liberalizzazione tariffaria, il costo medio delle tariffe Rc Auto, dal 1994 ad oggi, è, infatti, aumentato del 235%, passando da € 391 a € 1.250 per un’auto di media cilindrata; e la situazione per moto e motorini non è migliore: € 549 in più (+ 480%) in 19 anni.
Ma vi siete mai chiesti come mai siamo trai Paesi UE con le tariffe più alte?
Ecco svelato l’arcano: assicurare la propria automobile in Italia è (o forse sarebbe meglio dire “dovrebbe essere”) obbligatorio per legge, ma secondo gli ultimi dati Adusbef e Federconsumatori, circa 4 milioni di veicoli (8% del parco circolante) risultano privi di assicurazione, causando un pericolo non solo per la propria incolumità, ma anche per quella di terzi, nonché frodi che ammontano a circa € 2,8 miliardi. Ad incidere sul caro Rc Auto è, inoltre, anche il fenomeno delle polizze fasulle: basti pensare che pochi giorni fa in Campania ne sono state sequestrate 13.000 pronte per essere rivendute sul mercato parallelo in tutta Italia a circa € 100,00 l’una.
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