Lo scorso 29 maggio è partita la sperimentazione del “droga test”, sistema volto a scovare gli automobilisti che guidano sotto effetto di stupefacenti. Il progetto è stato lanciato dalla Polizia di Stato in collaborazione con i medici e i sanitari delle questure locali e il personale della polizia stradale.
Come funziona il droga test
La sperimentazione, inizialmente, verrà effettuata, solo, durante i week e in 19 città italiane ( Ancona, Ascoli Piceno, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Forlì Cesena, Messina, Napoli, Novara, Padova, Perugia, Pescara, Roma, Savona, Teramo, Trieste, Verona), qui, pattuglie di polizia stradale insieme a operatori sanitari metteranno dei posti di blocco. Dopo aver fermato un automobilista, lo sottoporranno ad un macchinario elettronico che analizza la saliva, se il soggetto risulterà positivo, gli verrà effettuato un altro prelievo di saliva dagli operatori sanitari in loco da spedire ai laboratori per un vero e proprio test. Il secondo campione prelevato sarà diviso in due: uno verrà subito testato dai laboratori e l’altro verrà conservato per dare la possibilità all’automobilista di richiedere una contro analisi. Poiché il test di laboratorio ha bisogno di due o tre giorni per essere effettuato, per l’automobilista, fermato e trovato positivo al droga test, nel frattempo, scatta il sequestro della patente che, poi, verrà commutato in sospensione una volta pervenuto il risultato del laboratorio.
Motivi per il test
In Italia, nel 2014, più di 3000 persone hanno perso la vita a causa di incidenti stradali e, tra questi, il 19,4% sono stati causati da persone sotto effetto di alcol o sostanze stupefacenti. Nel primo quadrimestre del 2015, sono stati fermati 496.953 automobilisti, di cui, 8.295 sono stati trovati in stato di ebrezza e, solo, 552 sotto effetto di stupefacenti. Non confondiamoci, questo dato non è dovuto allo scarso uso di droghe da parte degli automobilisti italiani, ma bensì, dalla mancanza di un metodo facile e veloce a disposizione delle forze dell’ordine per determinare l’uso di sostanze stupefacenti. Alla base della sperimentazione del “droga test” vi è, quindi, la necessità di contrastare e scovare alcuni comportamenti illeciti per i quali attualmente non c’è un sistema di controllo valido.
Costi del progetto
I primi tre mesi di progetto sono stati in gran parte finanziati dalla Fondazione ANIA che ha donato i 1800 macchinari elettronici per il test della saliva, ma, come afferma Roberto Sgalla, direttore generale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e dei reparti speciali, per continuare la sperimentazione e realizzarla a livello nazionale “bisogna che sia il Dipartimento antidroga a dare i finanziamenti al progetto. Nel momento in cui verrà esteso il monitoraggio, abbiamo contato che per 3 anni di controllo sono necessari 2 milioni di euro per estendere la copertura territoriale, avere più kit, più laboratori e finanziare i trasporti».
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