L’incidente avvenuto il 6 agosto 2018 a Bologna, sullo snodo autostradale che collega A1 e A14, ha riportato in auge il dibattito sui turni di lavoro dei camionisti. Spesso alla guida con ritmi serrati e poche ore per riposare, gli autotrasportatori hanno incassato a inizio giugno una pessima notizia. La Commissione Europea ha infatti dato voto favorevole alla modifica dei loro orari lavorativi. In caso di approvazione definitiva, le variazioni più importanti sarebbero le seguenti.
- Aumento dei tempi di guida
- Le 45 ore di riposo garantite dopo un servizio continuativo verranno spalmate su quattro settimane anziché su due
- Salari più bassi
Il voto è stato espresso sull’insieme di tre iniziative volte a riformare il trasporto commerciale su strada che danno vita al mobility package.
Cosa prevede il mobility package
Presentato a maggio, questo pacchetto di misure ha l’obiettivo di contrastare gli ultimi dati forniti dall’UE sul tema della sicurezza stradale. Dal 2011 al 2017 sono state 25.300 le vittime continentali, con il numero che cresce fino a 135.000 quando si parla di feriti gravi. La finalità del progetto è quella di garantire agli utenti della strada:
- Traffico stradale più sicuro
- Veicoli meno inquinanti
- Soluzioni tecnologiche avanzate
- Miglioramento degli standard di CO2 per i mezzi pesanti (-15% dal 2019 al 2025)
- Adozione sulle auto di nuova immatricolazione di dispositivi di assistenza alla guida
Secondo le stime della Commissione questa serie di interventi potrebbe, nel decennio 2020-2030, salvare fino a 10.500 vite umane ed evitare il ferimento grave di circa 60.000.
Perché i camionisti sono contrari
Gli effetti sugli autisti di Tir e di bus a lunga percorrenza rischiano di essere nocivi. Oltre a sferrare un colpo basso ai diritti dei lavoratori dipendenti dell’autotrasporto, le ripercussioni giungono anche agli altri utenti della strada. Un conducente meno riposato e sottoposto a turni massacranti è più pericoloso per sé stesso e per gli altri.
Nonostante le proteste sindacali avvenute in Italia e Francia contro il provvedimento, ha tuttavia prevalso la strada del sì. A favorirlo sono stati il semestre di presidenza bulgara, con la lobby dell’Est favorevole all’incremento dei turni, e il sostanziale impasse della Germania, che affida ormai i propri mezzi pesanti quasi esclusivamente ad autotrasportatori polacchi. Proprio la concorrenza di una forza lavoro a così basso prezzo si è rivelata determinante nella definizione delle nuove dinamiche.
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