Dalla rivista online Wired.it appuriamo un’evoluzione dei concessionari post pandemia. Il 18 maggio la Honda ha annunciato il lancio di un nuovo design per i concessionari degli Stati Uniti, che occuperanno una superficie minore, diventando modulari e flessibili; gli spazi espositivi, per esempio, potranno essere trasformati in uffici per i dipendenti. I rivenditori saranno poi dotati di caricabatterie per veicoli elettrici, dal momento che negli Stati Uniti l’azienda punta a vendere mezzo milione di veicoli elettrici entro il 2030. “I nostri concessionari stanno cercando di modernizzare e digitalizzare la loro attività”, ha dichiarato ai giornalisti la scorsa settimana Mamadou Diallo, vicepresidente per le vendite di American Honda.
In una fase in cui il settore automobilistico punta in misura sempre maggiore sull’elettrico e si sposta online, aziende come Honda stanno ripensando ogni aspetto del processo di acquisto, compresi gli spazi in cui avviene. Poche persone amano i concessionari d’auto. Sono luoghi stressanti e sconfinati, dove è difficile scrollarsi di dosso la sensazione che qualcuno stia facendo un cattivo affare.
Il collo di bottiglia nella catena di approvvigionamento fa sì che i concessionari di auto nuove abbiano meno veicoli a disposizione da mostrare ai clienti. Come per molte trasformazioni recenti, il cambiamento è in parte una conseguenza della pandemia. Le case automobilistiche hanno dovuto fari i conti con la carenza dei semiconduttori, un problema non da poco per veicoli che hanno bisogno di centinaia e talvolta migliaia di chip per il loro funzionamento. Nel frattempo, seguendo l’esempio di società come Tesla e Rivian, le grandi case automobilistiche hanno iniziato a sperimentare modalità di prenotazione e vendita online. Ford ha venduto su internet i primi modelli della sua auto sportiva elettrica, la Mustang Mach-E, e ha accettato prenotazioni online per il suo pick-up elettrico. L’anno scorso Volvo ha dichiarato che i suoi veicoli elettrici, che secondo la casa automobilistica rappresenteranno il cento per cento delle vendite entro il 2030, saranno venduti esclusivamente online.
“Abbiamo appurato che operare con meno veicoli nei concessionari non solo è possibile, ma è anche meglio per i clienti, i concessionari e Ford – ha dichiarato l’estate scorsa l’amministratore delegato di Ford Jim Farley agli investitori –. Ma stiamo anche promuovendo un aumento significativo nel numero dei clienti che configurano e ordinano i loro veicoli online, in modo da avere una visione migliore della domanda reale”. Questo potrebbe rendere più comodo l’acquisto di automobili, facilitandone però anche la vendita. Costruire le auto per soddisfare gli ordini online dei clienti eliminerebbe parte dell’incertezza nel settore della produzione dei veicoli. Di conseguenza diminuirebbe anche il numero di modelli che si ritrovano inaspettatamente a languire negli showroom, finendo poi per essere venduti a un prezzo ribassato.
Negli Stati Uniti i concessionari riferiscono che le limitazioni nel mercato e nell’inventario permettono di offrire meno sconti ai clienti che acquistano auto nuove. Gli aggiustamenti dovuti alla pandemia non sempre vanno a favore degli acquirenti di auto. Gli acquirenti pagano di più e i concessionari ottengono margini più elevati per ogni vendita. Ma gli esperti del settore sono divisi sulla possibilità che queste condizioni perdurino oltre l’emergenza sanitaria e i problemi alla catena di approvvigionamento. Ad ogni modo, però, non è da escludere che l’epoca delle schiere infinite di marche, modelli e colori sia finita per sempre.
Dal momento che ammodernare gli edifici richiede tempo e denaro, i cambiamenti fisici ai concessionari potrebbero impiegare anni o addirittura decenni. Diallo, il dirigente di Honda, spiega che il nuovo design dei concessionari della casa automobilistica “non è un programma che stiamo obbligando i concessionari ad adottare”, ma una direzione che Honda vuole che i suoi concessionari intraprendono. Brian Kelly, vicepresidente della rete Volkswagen of America, ha dichiarato che la casa automobilistica sta valutando adattamenti simili.
John Blackledge, analista di Cowen, definisce la pandemia “una grande spinta” per i rivenditori di auto online. La maggior parte delle persone, tuttavia, continuerà a interagire con i concessionari in qualche forma. Negli Stati Uniti, per esempio, anche se si sono abituati ad acquistare elettrodomestici e abbigliamento online, i consumatori faticano ancora a concludere su internet acquisti importanti come i veicoli. Durante la pandemia, però, gli acquirenti di auto nel paese hanno dimostrato una maggiore dimestichezza con le transazioni via internet; stando ai dati della società di investment banking Cowen, le vendite sugli e-commerce di auto sono cresciute di quasi il venticinque per cento nel 2021, il nove per cento di tutte le vendite di e-commerce negli Stati Uniti.
I grandi cambiamenti nelle modalità di funzionamento delle auto fanno presagire delle trasformazioni anche nei concessionari. Ispirandosi a Tesla, un numero sempre maggiore di case automobilistiche sta costruendo auto gestite da software che possono essere revisionate o aggiornate online. Negli Stati Uniti, il governo vuole che i veicoli elettrici rappresentino il quaranta per cento delle vendite di auto entro il 2030 e la California, il più grande mercato automobilistico del paese, ha in programma di vietare le vendite di veicoli a benzina entro il 2035. Le auto elettriche devono essere sottoposte a manutenzione meno frequentemente rispetto ai veicoli a benzina. Per i concessionari, che guadagnano soprattutto con la manutenzione dei veicoli, l’elettrificazione potrebbe quindi comportare margini di guadagno più limitati. Gli acquirenti di auto potrebbero vedere i primi segni dei cambiamenti del settore all’interno degli autosaloni.
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