Pensate per i giovani, apprezzate dai pensionati. Le microcar sono veicoli sempre più presenti sulle strade italiane. Considerate valide alternative ai ciclomotori, si sono diffuse a macchia d’olio tra gli over 60: quasi un acquirente su due, infatti, ha già completato la sua carriera lavorativa. Equiparate per legge ai quadricicli, nei paesi dell’UE vengono distinte in due tipologie a seconda delle caratteristiche:
Per mettersi alla guida di un quadriciclo leggero serve la patente AM, per uno pesante sarà necessaria la B1.
Giunti a questo punto facciamo un breve riepilogo. Le minicar hanno due posti, sono dotate di una targa come quella dei motorini (ma non richiedono l’utilizzo del casco) e hanno una velocità massima di 45 km/h. È possibile parcheggiarle nelle aree di sosta destinate ai motocicli e la loro circolazione è limitata ai centri urbani. Non possono, infatti, percorrere superstrade, strade extraurbane secondarie, tangenziali e autostrade. Le misure standard sono 2,5 metri di lunghezza, 1,4 di larghezza e 1,3 di altezza. La possibilità di trasportare un passeggero deve essere annotata sulla carta di circolazione. L’assicurazione da stipulare è la RC Moto con possibilità (consigliata) di estendere la copertura al passeggero. Il premio è simile a quello di un “cinquantino”.
Perché preferire una microcar a un motorino? Il dibattito è aperto. La struttura chiusa permette alla prima di muoversi anche in condizioni atmosferiche avverse, senza inficiare sulle altre comodità. Tra queste segnaliamo la possibilità di parcheggiare negli spazi riservati alle due ruote e l’accesso facilitato ai centri storici e alle ZTL. Tra le note stonate, oltre ai suddetti limiti di circolazione e di velocità, vanno aggiunti elevata rumorosità e, soprattutto, prezzo.
Va infatti detto che per acquistare le macchinette 50 si parte da una base vicina ai 10.000 euro. Per questo motivo molti utenti preferiscono scandagliare il mercato delle minicar usate. Tra le marche più gettonate si trovano Aixam (considerata di gran lunga la più sicura), Ligier, Chatenet, Toyota, Meta, Piaggio e Bellier. Che siate guidatori alle prime armi o più esperti, il consiglio è universale: non cedere al richiamo del tuning meccanico. Case costruttrici e buonsenso suggeriscono di non apportare modifiche alle microcar. Concepite per non superare determinati limiti di velocità, rischiano di diventare schegge impazzite se sottoposte a “trattamenti” al motore o alla ciclistica. All’aumento della potenza del motore corrisponde infatti una notevole riduzione della stabilità, elemento basilare per i più giovani.
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