«Per neutralità tecnologica si intende un approccio non discriminatorio alla regolazione dell’uso delle tecnologie, lasciando facoltà al mercato stesso, di deciderne la combinazione ottimale. Dove Tecnologie oggi potenzialmente promettenti potrebbero rivelarsi domani meno efficaci o più costose del previsto, e all’opposto tecnologie attualmente sottovalutate svilupparsi più rapidamente di quanto atteso.», spiega Stefano da Empoli, economista, presidente dell’Istituto per la competitività.
Nell’interessante intervista fatta dal Sole 24 Ore ad Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, si esprime il concetto di competitività sostenibile, e si richiede all’Europa di guardare allo stato delle cose in campo automotive e dell’importanza di usare la neutralità tecnologica. Questo concetto di apertura verso un futuro a zero emissioni non vuole mettere in campo solo la risorsa dell’elettrico, che rappresenta anche una minima percentuale, ma si vuole velocizzare il processo di decarbonizzazione, utilizzando tutte le risorse possibili che creino anche nuovi posti di lavoro e non si fossilizzino solo su un tipo di processo industriale.
Ambrosetti, in collaborazione con Eni, ha promosso uno Studio Strategico denominato “Zero Carbon Technology Roadmap”. Un’analisi che nasce con l’obiettivo di definire un quadro di riferimento delle tecnologie necessarie per il raggiungimento della piena decarbonizzazione dell’Unione Europea entro il 2050, concludendo sulla necessità di favorire il principio di neutralità tecnologica, per il quale propone esempi pratici e articolate proposte di policy.
Da questo studio strategico sulla decarbonizzazione si tiene conto della realtà dei fatti: non si può pensare che solo l’elettrico possa da solo portare ad una diminuzione massiva delle emissioni di CO2. Al contrario bisogna valutare quante più risorse possano portare a questo processo il più velocemente possibile senza trascurare quello che è il mercato dell’industria odierno.
Come scrive Claudio Descalzi, AD di Eni, nella Prefazione allo Studio Strategico: “… abbiamo necessità di confrontarci su basi oggettive, selezionare le migliori opzioni per i diversi contesti e poi procedere celermente all’implementazione delle soluzioni identificate. Ne va non solo della nostra capacità di preservare il clima, ma anche della nostra competitività come sistema industriale, della capacità di generare occupazione di qualità e, in ultima istanza, della coesione delle nostre comunità”.
Da questa analisi approfondita emerge la necessità di una neutralità tecnologica che non si basa solo sull’elettrico. I dati raccolti attraverso le analisi scientifiche e le evidenze emerse durante le tavole rotonde e le interviste supportano la necessità di affiancare alle tecnologie elettriche un set più ampio che comprende: Carbon Capture Utilization & Storage (CCUS), Fusione a confinamento magnetico come tecnologia breakthrough, Carbon Dioxide Removal (CDR), idrogeno, biocombustibili e combustibili sintetici.
Più in generale, a essere sostenuta è la convinzione che il modo più strategico ed efficace per affrontare la decarbonizzazione è quello di lavorare sia sulle emissioni energetiche che su quelle non energetiche, come le emissioni dei processi industriali. Lo Studio sottolinea che, nonostante la maggior parte delle emissioni (72%) sia generata dai combustibili fossili, le emissioni non energetiche rappresentano il 28% del totale nell’Unione Europea. Per questo e più nello specifico, l’attenzione dovrebbe essere rivolta alle industrie “hard to abate”, ai trasporti pesanti e alla produzione di energia da combustibili fossili. (Fonte Eni.com)
Dalla neutralità tecnologica ad un’epoca tutta improntata ad un pensiero neutrale. Anche nella moda, stiamo assistendo a una maggiore apertura verso nuovi materiali. Non solo una moda neutrale senza definizione di genere, ma anche il riutilizzo di tessuti che solitamente vengono scartati, uniti ad elementi che non sono mai stati considerati per la creazione di vestiti di alta moda come il micelio. La neutralità tecnologica delle auto va di pari passo ad un nuovo modo ci concepire il mondo più open e in tutti i campi il riciclo o l’utilizzo di materiali non inquinanti sta diventando il modus operandi più comune.
Come le auto autonome che non hanno un conducente umano, così gli e-fuels danno ai carburanti un nuovo vestito più green. In tutti i casi, la neutralità e l’apertura stanno diventando sempre più importanti, creando un futuro in cui le persone possono scegliere prodotti di vario tipo e una mobilità che salvaguardano l’ambiente. Una mobilità totalmente libera da definizioni come un futuro libero da restrizioni dove tutti i processi produttivi lavorano insieme per la decarbonizzazione mirando anche ad una diminuzione di ogni genere di rifiuto e scarto.
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