Né troppo né troppo poco. Sulle strade italiane esiste una velocità di marcia “giusta”. Lo prescrive il Codice della Strada fissando i tanto temuti limiti. Se nella percezione comune lo spauracchio da evitare è rappresentato dal massimo, in pochi sanno (o ricordano) dell’esistenza di un tetto minimo da non abbattere. Ne va del portafoglio, mentre la patente è salva: non è prevista infatti la decurtazione dei suoi punti insieme alla sanzione amministrativa.
A disciplinare la materia è l’articolo 141. “È obbligo del conducente – si legge – regolare la velocità del veicolo in modo che, avuto riguardo alle caratteristiche, allo stato ed al carico del veicolo stesso, alle caratteristiche e alle condizioni della strada e del traffico e ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, sia evitato ogni pericolo per la sicurezza delle persone e delle cose ed ogni altra causa di disordine per la circolazione”. Il comma 6 chiarisce ulteriormente: “Il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione”. Il comma 11 prescrive: “Chiunque viola le altre disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 168”.
Al contrario dei massimi, però, i limiti minimi non sono stabiliti singolarmente a seconda della tipologia di strada. L’argomento è regolamentato dall’articolo 142 del CdS nel suo comma 2: “Entro i limiti massimi suddetti, gli enti proprietari della strada possono fissare, provvedendo anche alla relativa segnalazione, limiti di velocità minimi e limiti di velocità massimi, diversi da quelli fissati al comma 1, in determinate strade e tratti di strada quando l’applicazione al caso concreto dei criteri indicati nel comma 1 renda opportuna la determinazione di limiti diversi, seguendo le direttive che saranno impartite dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti”.
Come capire, allora, se e quando si è in presenza di una strada in cui vige un limite minimo di velocità? Semplice: guardando i cartelli. Insomma: se lo (ri)conosci lo eviti. Il segnale stradale è circolare, con sfondo blu e numero bianco. Quando il limite cessa, il cartello presenta una banda rossa che lo attraversa diagonalmente. Una volta che il limite è fissato, diventa obbligatorio il suo rispetto per non congestionare il traffico e determinare un fattore di rischio. In tutti gli altri casi, come ad esempio quando guida un mezzo lento su una strada a una sola corsia, prevale il buonsenso. Accostare e agevolare il sorpasso da parte degli altri utenti della strada è un’operazione che ruba poco tempo e non costa niente.
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