Multe salate e multe di tutti i tipi: i comuni incassano i soldi di queste multe ma molti comuni non dichiarano l’uso di questi introiti.
È chiaro infatti che oggi in Italia ci sono ben 1.556 comuni, che corrispondo al 19,7% del totale, che non hanno dato alcuna rendicontazione riguardante le multe per violazioni al Codice della Strada. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili ha presentato un rapporto alla Commissione Trasporti di Montecitorio, in cui svela dei numeri che ci fanno riflettere.
Gli enti devono consegnare, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione al Governo – in via telematica – che mette in evidenza quali sono state le entrate del Comune relative alle multe date ai cittadini che non hanno rispettato le regole imposte per la circolazione stradale. Di queste fanno parte anche le sanzioni relative all’autovelox (e quindi per eccesso di velocità).
Non dimentichiamo che la legge impone quest’obbligo a ogni amministrazione comunale. I Comuni infatti dovrebbe inoltre pubblicare sul proprio sito ufficiale i dati contenuti in questa relazione che dovrebbe essere inviata all’Esecutivo su base annuale, entro un mese dall’effettiva consegna.
Visto che quasi il 20% delle amministrazioni comunali non manda la rendicontazione, il Mims ha deciso: “Se l’ente non trasmette la menzionata relazione ovvero utilizzi i proventi in modo difforme da quanto previsto dal Codice della Strada, allora la percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90% per ciascun anno per il quale sia riscontrata una delle predette inadempienze”.
Nel nostro Paese, le multe rappresentano un tesoro di circa 3 miliardi di euro. Infatti sono all’incirca 2,5 i milioni di euro che entrano nelle casse degli enti per le contravvenzioni elevate ai cittadini che non rispettano il Codice della Strada (i dati sono forniti da Aci-Istati), ‘correndo’ oltre i limiti di velocità previsti dalla legge (provenienti dagli 8.000 autovelox presenti su tutto il nostro territorio nazionale).
La dichiarazione del Governo: “Qualora l’ente non trasmetta la menzionata relazione ovvero utilizzi i proventi in modo difforme da quanto previsto dal codice della strada, la percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90% per ciascun anno per il quale sia riscontrata una delle predette inadempienze che, occorre ricordare, rilevano ai fini della responsabilità disciplinare per danno erariale e devono essere segnalate al procuratore regionale della Corte dei conti”. E aggiunge: “Con specifico riguardo alle modalità attuative della decurtazione prevista in caso di inosservanza dei sopra menzionati obblighi, evidenzio che gli Uffici dei Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili hanno provveduto ad effettuare alle procure regionali della Corte dei conti competenti per territorio, ai fini della responsabilità disciplinare per danno erariale, la segnalazione di tutti gli enti inadempienti all’obbligo di rendicontazione dei proventi relativi agli anni 2019 e 2020”.
E infine: “Al contempo, i medesimi uffici stanno effettuando specifici approfondimenti finalizzati a rilevare le eventuali problematicità del meccanismo sanzionatorio attualmente previsto, nonché ad individuare tutte le soluzioni che, già sul piano amministrativo e gestionale, possono contribuire a rendere più semplice e automatica l’irrogazione della sanzione”.
Dai politici viene richiesto al Ministero di venire in Commissione per rendere pubblici i dati analitici del 2020 sui proventi delle multe. Anche per spiegare come intenda procedere per controllare efficacemente la veridicità delle dichiarazioni rese e sanzionare finalmente, al pari di come accade ai cittadini che parcheggiano in divieto di sosta o passano col rosso, le amministrazioni che non abbiano rispettato le prescrizioni del Codice della Strada.
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