Dal 16 giugno, il Senato è diventato la prima istituzione politica a dotarsi di auto elettriche: quattro Renault Zoe full electric, dotate di 4 colonnine di ricarica elettrica dedicate, poste davanti a palazzo Madama e personalizzate con il logo S di Senato.
Volute dai senatori Questori Laura Bottici (M5s), Antonio De Poli (Ap) e Lucio Malan (FI) per limitare l’uso delle tanto criticate auto blu e per combattere l’inquinamento, rappresentano il 40% delle auto, ora, a disposizione dei senatori.
Le Renault Zoe sono utilitarie elettriche per uso cittadino non blindate, a zero emissioni inquinanti, sia dal punto di vista della CO2, sia dal punto di vista acustico. Possono entrare in qualsiasi zona urbana, comprese quelle a traffico limitato, e la batteria viene ricaricata a un costo di soli 4 euro a pieno. Le Zoe hanno un’autonomia di 150 km e possono arrivare ad una velocità massima di 135 km/h, inoltre, essendo elettriche, non hanno bisogno né di cambio olio né di filtri.
La scelta di macchine Renault come macchine istituzionali è dipesa dalla Consip, l’ente appaltante per la pubblica amministrazione, che le ha fornite al Senato a un costo di 650 euro/mese/auto per un totale di 8 mila euro l’anno. Per l’alimentazione di queste auto, invece, la Renault Italia e la Consip hanno stretto un accordo con l’Enel che si è occupata di ideare e istallare le colonnine di ricarica dedicate davanti al Senato.
Queste 4 colonnine hanno due diverse velocità di ricarica: due in modalità normale, completano la ricarica della batteria in circa 4 ore, e due a ricarica veloce, la completano in circa un’ora e mezza. Le auto, poi, sono dotate di stazioni di ricarica portatili per permettergli di rifornire la batteria tramite presa elettrica standard e posso anche essere ricaricate tramite le normali colonnine sparse per la città.
Non solo auto elettriche
Quella delle auto elettriche è solo una delle tante iniziative green lanciate dal Senato che, non solo punta a dare un esempio ai suoi cittadini attraverso una politica eco-sostenibile, ma vuole anche compiere dei tagli, come indicato dalla spending review. Per ridurre le spese elettriche sono, già, state installate per il 90% lampade a basso consumo energetico con un risparmio di circa 2 milioni di euro rispetto alle lampade ad incandescenza. Il prossimo passo, invece, è quello di risparmiare sul consumo elettrico rinnovando le infrastrutture informatiche del Senato. Si calcola che con tale procedimento si potranno risparmiare da 100.000 a 50.000 euro l’anno, pari a 310 mila kW e 230 tonnellate di CO2.
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