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Ritorna il bollo per le auto storiche immatricolate da meno di 30 anni

tiassisto24 vuole far notare ai suoi utenti che, tra tutte le norme e i decreti della nuova legge di Stabilità, il governo ha inserito anche un disegno di legge che mira ad abrogare i comma 2 e 3 della legge 342/2000 che ha esteso le agevolazioni fiscali in vigore, per veicoli con più di 30 anni, a quelli immatricolati da più di 20 e considerati di particolare interesse storico. Se il ddl verrà approvato le auto storiche “prodotte” dopo il 1984 dovranno ricominciare a pagare il bollo.

Il perché del DDL

Le motivazioni del governo sono chiare: abrogare i comma 2 e 3 della legge 342/2000 porterà ad un aumento degli incassi dovuti al bollo, invoglierà i proprietari a rottamare auto vecchie, inquinanti e anche potenzialmente pericolose che non hanno un reale valore storico e, inoltre, eviterà, come era stato fatto in passato, che contribuenti usino auto con più di venti anni senza interesse storico solo per evitare di pagare il bollo.

Ecco chi scontenta il disegno di legge

Oltre ai veri collezionisti che dovranno ricominciare a pagare il bollo per le auto storiche, invece che la tassa ridotta di 25 euro, vengono scontentate le regioni e l’ASI (Automoto Club Storico Italiano). L’ASI è fermamente contro l’approvazione del ddl, sostenendo che le auto che vengono coinvolte da questa manovra sono solo 375 mila per un valore (in termini di bollo) di 56 milioni di euro. Tuttavia se il ddl venisse approvato sarebbero poche le persone disposte a pagare il bollo per la propria auto storica e non rottamarla.

Secondo le loro stime, solo 50 mila automobilisti su 375 mila manterrebbero la loro auto nonostante l’imposizione del bollo per le auto storiche, con un’entrata reale per l’erario statale di solo 7,5 milioni di euro. Dall’altro lato però le perdite derivanti dalla diminuzione di lavoro per le figure impegnate nel mercato e nella riparazione delle auto storiche, secondo l’associazione, sarebbero di molto superiori.

Tuttavia c’è, anche, da ricordare  che l’ASI ha un forte interesse nel difendere la possibilità di registrare auto storiche a 20 anni immatricolazione. I proprietari di questo tipo di auto storiche, infatti, possono richiedere le agevolazioni solo nel momento in cui l’ASI rilascia al mezzo un valore collezionistico e, per far questo, pagano all’associazione una tassa di iscrizione annuale che varia dai 100 ai 300 euro e che moltiplicata per un mercato di 375 mila vetture non è poco. Il rilascio di questi certificati è, inoltre, anche incoraggiato dalle regioni che incassano la maggior parte della quota d’iscrizione versata dall’automobilista all’ASI.
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