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Scatola nera auto: è allarme privacy?

L’Ivass, l’istituto che ha il compito di vigilare sulle assicurazioni, ha posto in consultazione il regolamento sulle modalità di utilizzo dei dati raccolti grazie alle scatole nere da montare o già montate sulle auto degli italiani.

Sono più di un milione le scatole nere già installate sulle auto italiane, in grado di tenere traccia di quali strade sono state percorse dalla vostra auto (grazie ai sistemi di localizzazione satellitare), a quale velocità avete viaggiato, se avete frenato bruscamente oppure accellerato, se guidate la sera o nel fine settimana.

Tutte queste scatole nere registrano una mole impressionante di dati che viene trasmessa in tempo reale ai centri di calcolo delle compagnie, per essere elaborati fino a mettere a punto delle tariffe così evolute da essere personalizzate sullo stile di guida di ogni assicurato.

Si potrà realizzare il sogno di quegli assicurati italiani che, grazie al loro stile di guida prudente, non hanno mai provocato neanche un incidente e dunque vogliono pagare meno l’assicurazione rc auto.

Ma soprattutto, grazie alle scatole nere, si potrà contrastare il vezzo italiano di frodare le assicurazioni denunciando falsi incidenti, che nel 2010 sono stati quasi 200 al giorno e contribuire a far scendere i prezzi delle polizze italiane, le più care d’Europa.

Ma resta il problema della privacy, oggetto appunto del regolamento in discussione. Innanzitutto va detto che i dati registrati nella scatola nera potranno essere conosciuti dalle compagnie solo in caso di sinistro oppure alla scadenza annuale del contratto, e non liberamente com’è adesso.

Inoltre dovrà essere possibile richiedere gratuitamente l’immediata interruzione delle registrazione dei dati relativi alla localizzazione dell’auto.

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