L’approvazione del decreto sicurezza 2018 ha portato a una stretta sull’immatricolazione auto estere. Dal 4 dicembre 2018, infatti, è stato vietato a persone residenti in Italia da oltre 60 giorni di guidare vetture con targa straniera. Non è un caso, allora, che nel mese e mezzo successivo al varo sia aumentato di oltre il 20% rispetto all’anno precedente il numero delle nazionalizzazioni. Da inizio dicembre al 31 gennaio 2019, infatti, la conversione del decreto ha favorito tale crescita del numero di auto ritargate nel Belpaese.
Targa straniera 2019: multe
Per chi risiede in Italia da più di 60 giorni e guida una macchina con targa estera, scatta una sanzione amministrativa. La multa è pari a 712 euro, ma chi paga entro cinque giorni dalla notifica ha la possibilità di limitarla a 498,40 euro. Inoltre è previsto il ritiro della carta di circolazione. Inoltre il conducente deve far trasportare l’automobile in un luogo non soggetto al pubblico passaggio e, se non si provvede alla immatricolazione in Italia o non la si porta all’estero con foglio di via, è prevista la confisca.
Auto immatricolata all’estero: divieti e sanzioni
A regolamentare l’argomento era già l’articolo 93 del Codice della Strada, vietando la guida da parte di persone residenti in Italia da più di 60 giorni di auto immatricolate all’estero. La suddetta norma tuttavia in alcuni casi. Ad esempio:
- Se la vettura è concessa in leasing o a noleggio da un’impresa UE o appartenente allo Spazio economico europeo
- Se è concessa in comodato per rapporto di lavoro o di collaborazione da un’impresa UE o See senza sede in Italia
Nel secondo caso, però, al fine di evitare la multa è necessario che a bordo del veicolo sia presente un documento sottoscritto dall’intestatario e avente data certa. Questo deve essere inoltre corredato da una traduzione in italiano e da esso devono risultare titolo e durata della disponibilità del veicolo, generalità del locatario (fisico o giuridico) o del comodatario.
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