Quella di parcheggiare in doppia fila è una delle cattive abitudini che accomuna molti automobilisti. Specie nelle grandi città, e non sempre per necessità così stringenti, si tende a sostare il proprio veicolo dietro a uno regolarmente posteggiato. Questa pratica avviene sia quando il conducente resta a bordo, facendo scendere un passeggero, sia quando è lui in prima persona ad abbandonare l’automobile. Le conseguenze sono facilmente intuibili: congestione del traffico e, non sporadicamente, rallentamento (se non interruzione) del pubblico servizio.
Parcheggio in seconda fila: le sanzioni previste
La sosta in doppia fila è vietata per legge dall’articolo 158, comma 2, lett. c, del Codice della Strada. Chi infrange il divieto va incontro a una multa da 24 a 97 euro per per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote e da 41 a 168 euro per i restanti veicoli. , dispone che gli organi di polizia possono procedere alla rimozione dei veicoli “stabilendone le modalità nel rispetto delle norme regolamentari”.
Le eccezioni alla regola
Non di rado, però, infrangere l’articolo 158 del Codice della Strada è una necessità. La sosta in doppia fila è consentita soltanto al verificarsi di determinate condizioni quali:
- Situazione di pericolo non evitabile (mancanza di alternative)
- Condizione di gravità della situazione che si intende evitare
- Carattere di urgenza e imminenza della sosta
L’articolo 54 del Codice Penale stabilisce infatti che “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”. Pertanto soddisfacendo i requisiti di urgenza e gravità del pericolo da evitare, la multa ricevuta è contestabile.
Sosta in doppia fila: cosa prevede il Codice Penale
Tuttavia secondo la giurisprudenza il parcheggio in doppia fila si configura penalmente come reato. Nella fattispecie, come stabilito da alcune sentenze della Corte di Cassazione, si tratta di violenza privata in quanto tale condotta priva il soggetto danneggiato (passivo) della libertà di determinarsi e di agire in piena autonomia. Anche su queste sentenze ha fatto appello la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, annunciando l’inasprimento delle pene per chi si riterrà colpevole di sosta selvaggia: “Chi parcheggia in doppia fila creando ingorghi sulle strade e bloccando la circolazione di bus e tram ora rischia l’accusa per interruzione di pubblico servizio. La Procura di Roma, che ringrazio, ha avviato le indagini su diversi automobilisti pizzicati in sosta selvaggia dopo le numerose segnalazioni degli autisti di Atac Roma che in più di un’occasione hanno trovato macchine di incivili parcheggiate in mezzo alla strada. Preferenziali bloccate, bus imbottigliati nel traffico. Questi comportamenti sono intollerabili”.
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