Se avete da poco effettuato il rifornimento di carburante della vostra auto, vi sarete resi conto dell’impennata incredibile del prezzo. La ripresa del post pandemia ha portato una richiesta di benzina e carburante di ogni genere, come il gas per le utenze casalinghe, che ne ha aumentato il prezzo di mercato.

Data l’emergenza in corso, il Governo Italiano sta tentando di ridurre l’impatto degli aumenti, soprattutto a favore delle forniture di gas necessario ai nuclei famigliari, ma le associazioni di categoria chiedono condizioni più favorevoli anche per il settore degli autotrasportatori, sperando che i prezzi si riassestino sui valori abituali.

PERCHÉ AUMENTA IL CARBURANTE

Il fabbisogno di energia per alimentare la ripresa, a partire dalla Cina, ha fatto crescere la domanda di carburante, ma l’offerta di conseguenza non è maggiore.

La ragione principale dell’aumento dei prezzi di benzina e diesel è il mancato accordo tra i Paesi Opec sull’aumento della produzione di greggio, necessario in una situazione straordinaria come la ripresa economica post Covid19.

L’Unione degli Emirati Arabi ha richiesto di poter aumentare la produzione, ma è stata respinta da diversi Paesi Opec, prima tra tutti l’Arabia Saudita. Considerando questa situazione ne è conseguito che il prezzo del greggio ha subito una pesante impennata: il barile di Brent (il valore di riferimento per i mercati europei) ha raggiunto i 78 dollari circa.

Il rincaro di prezzo del metano è infatti legato all’impennata delle materie prime, che si ripercuote anche sulle bollette delle famiglie.

Federmetano dichiara“Dopo alcuni cali di prezzo occorsi da aprile 2020, causati inizialmente dalla pandemia mondiale, si sono verificati aumenti continui del prezzo della materia prima da ottobre 2020 a oggi, toccando cifre record superiori del 600%”.

Questi aumenti sono dovuti a dinamiche mondiali:

  • forniture di GNL (gas naturale liquefatto) via nave dirottate verso l’Asia e in generale verso mercati disposti a pagare di più
  • ripresa dell’economia asiatica con grande richiesta di energia
  • ritardi nelle autorizzazioni a esercire nuovi metanodotti di importazione
  • tagli di forniture verso l’Europa dalla Russia a causa di manutenzioni programmate
  • bassi livelli di stoccaggio nei siti europei dovuti a un inverno di lunga durata

Considerando le ultime notizie del Mise, la benzina è ora a 1.686,89 euro al litro (a ottobre 2020 era 1.387,57), mentre il gasolio è a 1.536,73 euro al litro (1.259,33 lo scorso anno). Aumento pari a circa il 18%. Ancora più impressionante il costo del metano, che è quasi raddoppiato, arrivando a punte di 2 euro al litro che ne fanno, paradossalmente, il carburante più costoso.

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