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Il Senato ha approvato ieri, con 145 voti a favore e 97 contrari, la riforma della pubblica amministrazione, che coinvolge svariati settori tra i quali quello dei trasporti. Il testo del documento prevede, infatti, la fusione degli archivi di Pra e Motorizzazione civile e il rilascio di un unico documento di circolazione che accorperà Certificato di Proprietà e Carta di Circolazione.

La riforma per la creazione di un unico documento di circolazione

Per quanto riguarda i cambiamenti al settore trasporti, l’articolo 7 della riforma prevede un Ufficio Territoriale Unico dello Stato all’interno del quale rientreranno l’Agenzia delle Entrate, le Soprintendenze, i Provveditorati alle Opere Pubbliche, gli Uffici scolastici Regionali e anche gli Uffici della Motorizzazione Civile.

Mentre l’articolo 1 prevede la riduzione dei costi di gestioni dei dati riguardanti la proprietà e la circolazione dei veicoli, con l’introduzione di una sola banca dati dei mezzi di trasporto che vada a rilasciare un’unico documento di circolazione per le vetture, attestando contemporaneamente, sia la proprietà, sia le caratteristiche del mezzo e accorpando, in questo modo, Certificato di Proprietà e Carta di Circolazione.

Attualmente questi due documenti, come tutti gli automobilisti italiani ben sanno, sono emessi uno dal Pra che ricade sotto l’ACI e uno dalla Motorizzazione Civile che dipende dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’attuazione della riforma prevede il passaggio del Pra sotto la gestione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’accorpamento dei database di Pra e Motorizzazione Civile.

Tempistiche di attuazione della riforma

I tempi di attuazione di questa norma non saranno immediati e la riforma, prima descritta, potrà ancora subire delle modifiche. Infatti, nel testo della norma comprare l’obbligo dell’accorpamento dei database per la produzione di un unico documento di circolazione, ma l’accorpamento dei due enti è indicato solo come un’eventualità e non come un obbligo. L’applicazione della riforma, inoltre, sottostà all’emanazione, entro 18 mesi, di decreti legislativi riguardanti le modalità di erogazione dei servizi ai cittadini.

Per tradurre quindi in realtà i nuovi provvedimenti previsti dalla riforma servono ancora delle altre leggi che possono essere ancora ostacolate o bloccate.

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